Dopo i festeggiamenti per il saggio di fine anno atlete e allenatrici sono già in partenza per il Trofeo Nazionale Formula UISP 2013, organizzato a Mirandola dal 28 giugno all’8 luglio.
La prima a scendere in pista è Elisa Gasparri che, alla sua prima esperienza in campo nazionale, si dimostra pienamente competitiva, in grado di gareggiare a testa alta e di dare filo da torcere alle sue avversarie. Veloce e grintosa, nei provapista che precedono la gara supera se stessa, stupendo tutti per la capacità di concentrarsi e migliorare a vista d’occhio la precisione degli arrivi e delle traiettorie.
L’ansia da gara è purtroppo in agguato, e la chiamata improvvisa a causa di un assente inaspettata proprio prima di lei ha fatto il resto. Velocità e apparente sicurezza mascherano la tremarella, che tuttavia la porta ad omettere passi ed esercizi di valore e, proprio all’inizio del programma, a sostituire un passaggio con quella che probabilmente è stata interpretata come una trottola in più rispetto a quelle consentite, con conseguente penalizzazione. Qualche sporcatura e una trottola interna abbandonata in fase di centratura hanno poi fatto perdere ad Elisa altri decimi preziosi, precludendole una finale che, altrimenti, si sarebbe potuta aggiudicare senza troppi problemi.
È ora la volta di Elisa Sgavicchia e Tatiana Picierno, impegnate in una finale secca da 44 atlete che le vede gareggiare con grinta e precisione, regalandoci bellissimi dischi e punteggi che le portano a pieno titolo tra le atlete da battere. 22° posto per Tatiana, in uno scontro all’ultimo piazzamento che la vede in realtà a pochi decimi dalle prime dieci posizioni. Al 5° posto, con grande gioia e soddisfazione di tutti, si classifica invece Elisa, che riscatta così la delusione per un regionale che l’aveva inizialmente esclusa dalla rosa delle ammesse agli italiani.
Dopo una piccola pausa il tour de force continua con le categorie F1B ed F1C, con prove ufficiali e non, semifinali e finali che si alternano ininterrottamente per 3 giorni.
Le piccole raggiungono tutte l’obbiettivo del passaggio in finale: Francesca Marziali si classifica 14° nella semifinale A, Beatrice Carulli e Sofia Mango rispettivamente 6° e 12° nella semifinale B.
In finale l’ansia e la difficoltà di affrontare per la prima volta due gare di seguito, giocano un brutto scherzo a Francesca, e rendono Beatrice concentrata e attenta, meno frizzante ma sicuramente più precisa del giorno precedente del solito. Disco ben eseguito, invece, per Sofia, a cui l’entrata in pista come 2/40 non ha certo regalato nulla in termini di punteggio, ma che ha saputo conquistare comunque una bellissima metà classifica.
La paura del cancelletto non risparmia Nicole Maione e Lavinia Cutrone, entrambe ottime candidate ad una finale che le ha viste escluse a causa degli errori commessi. Velocità ridotta e incertezza seguono purtroppo le sporcature, facendo scendere il valore dei programmi che, se pattinati come nelle prove, avrebbero potuto conquistare ottimi piazzamenti.
Ma come sempre ciò che conta è quel che si riesce ad esprimere in gara, pochi istanti in cui ci si gioca il lavoro di mesi. Gli errori capitano, e l’importante è farne tesoro per arrivare più preparati ed agguerriti al prossimo appuntamento.
Passa invece in finale Giulia Turlà, con un bel 14 posto che fa onore ad un disco ben pattinato, con energia e precisione. Brava a mantenere concentrazione e tono fisico anche nella seconda gara, Giulia affronta con successo una finale contro atlete di ottimo livello, ottenendo un buon punteggio che corona la soddisfazione di aver raggiunto l’obbiettivo a cui le nostre atlete aspiravano: l’ammissione alla fase finale e la partecipazione alla cerimonia di premiazione.
In chiusura arriva Claudia Di Paolo, impegnata in una categoria, l’F2B, che come sempre racchiude atlete di vario livello, con picchi piuttosto alti in quanto consente l’accesso anche a chi partecipa a campionati federali con difficoltà superiori.
L’accesso in finale era molto duro per lei, che tuttavia non ha lasciato gioco facile alle avversarie, andando ad insidiare le posizioni al limite dell’ammissione. Il dispiacere di non poter gareggiare in finale è compensato dalla soddisfazione di aver eseguito un disco pulito, pattinato con eleganza e precisione, e soprattutto con la grinta e la sicurezza che, una volta scesa in pista, trasformano la dolce e timida Claudia in una vera garista.
Si torna a casa stanchi ma felici dell’esperienza vissuta, con il ricordo delle emozioni provate, delle risate fatte durante i pigiama-party, delle lezioni imparate dentro e fuori la pista. Un campionato italiano, infatti, così come le gare in generale, non è solo competizione: c’è il piacere di mettersi alla prova, di pattinare in un contesto prestigioso, di confrontarsi con avversarie mai viste. Ma soprattutto è bello vedere le ragazze divertirsi, sostenersi l’un l’altra e perché no, ridere e scherzare con le colleghe di Roma e non solo. Perchè ciò che devono imparare, prima di ogni altra cosa, è che i risultati di una gara si dimenticano, le delusioni si perdono nei ricordi, ma le amicizie e le esperienze fatte in questi anni rimarranno parte di loro.