In questi giorni leggo in rete moltissimi articoli sulla salute dello sport italiano, sulla cultura dello sport nel nostro paese e non posso far a meno di calare tutto ciò nel nostro contesto sportivo il Pattinaggio Artistico su rotelle.
Credo che sia quasi scontato parlare del mancato supporto delle istituzione agli sport inferiori, alle difficoltà che ogni società vive nello svolgere la propria “missione” per garantire agli atleti quella crescita psico-fisica obiettivo primario in qualsiasi sport, quindi non affronterò argomenti la cui complessità andrebbe discussa sicuramente non al nostro livello.
Quello che invece voglio manifestare personalmente, ma credo di poter fare da portavoce a moltissimi operatori sportivi, è la continua difficoltà nello svolgere il proprio lavoro a causa dei problemi ambientali indotti da una generazione di atleti e genitori. Naturalmente non intendo fare come si dice “di tutta un’erba un fascio” ma credo che sia ampiamente visibile agli occhi di tutti quanti come la cultura sportiva del nostro paese sia spinta chiaramente verso la “cultura calcistica”, e mi spiego meglio cosa intendo per tutto ciò senza volerne naturalmente addossarre la responsabilità alle società calcistiche .
Avete mai fatto una passeggiata sui campi di calcio durante partite di squadre giovanili?
Allora fatelo anche per semplice curiosità.
Il nostro paese ormai, non posso parlare di altre culture purtroppo non conoscendole, viene quotidianamente bombardato di trasmissioni sportive nelle quali pseudo esperti e commentatori sportivi si alternano nell’assurdo sport di massacrare allenatori, atleti fuori forma, arbitri, dirigenti e chi più ne ha più ne metta. Spesso si tratta di persone che non sanno nemmeno lontanamente cosa significhi stare su un campo, in palestra o su una pista per 4/5 ore di fila senza mettere il naso fuori. Questo ha finito per generare nel nostro paese una generazione di persone ( genitori soprattutto ) che ad un certo punto si sono elette a massimi conoscitori dello sport specifico, a tecnici della domenica o ancora di più a top manager sportivi improvvisati . Certo naturalmente esiste grazie a Dio libertà di opinione e critica almeno a questo livello, ma sicuramente questo è valido fino a che tutto ciò non trascenda nella mancanza di rispetto per il lavoro altrui corretto o sbagliato che possa essere.
Ritornando al calcio come esempio di tutto ciò, fatevi questa passeggiata, e vi accorgerete che fuori di una campo di calcio accade tutto quello che accade alla “domenica sportiva”;
un genitore stà attaccato alla rete e dice al figlio come muoversi in campo ( cosa sistematicamente contraria a quello che dice l’allenatore dalla panchina );
un’altro inveisce contro l’arbitro reo forse di non aver visto un capello fuori posto del figlio;
un’altro inveisce contro un piccolo giovane della squadra avversaria ( “spaccagli una gamba!!!” );
praticamente il far-west!!
Qualche giorno fà ho assistito personalmente ad un siparietto di due genitori che parlavano di un giovane atleta in campo in questi termini: “ma come c.. si fà a far giocare questa seg.. poraccio“; e naturalmente non potevo non sorridere ad affermazioni così dementi fatte da due personaggi che probabilmente con un pallone tra i piedi non avrebbero saputo nemmeno cosa fosse. Per non parlare dei litigi tra i genitori a causa dei più o meno minuti giocati dal proprio figlio causa della sconfitta della propria squadra, alle aggressioni ad arbitri, allenatori ed avversari.
Qualcuno dopo aver letto tutto ciò si starà chiedendo: ma cosa c’entra con il pattinaggio?
Purtroppo questo approccio si stà diffondendo rapidamente anche nel nostro sport che fino ad ora si poteva quasi considerare un’isola felice in questi termini. Domenica mi sono ritrovato sulla tribuna durante una gara a riprendere dei genitori un pò troppo facinorosi che davano un’interpretazione tutta loro a punteggi dei giudici e all’operato delle atlete in gara, e stiamo parlando dei genitori di una bambina che ha iniziato a pattinare da 6 mesi!
Potrei benissimo tornare indietro allo scorso anno quando durante una tappa del “Trofeo Lazio FIHP” un nonno si è recato dietro ai giudici per insultarli, o ai fischi per i punteggi dati al propio “campione”. Praticamente mi sono trovato catapultato dentro un campo di calcio!
Ebbene sì mi son detto, siamo ormai alla completa involuzione sportiva totale: tutti contro tutti, mio figlio/nipote è un campione olimpico, mio figlio deve essere considerato il più bravo e quindi essere il più importante della società……e quante ne potremmo citare.
E non voglio trattare l’argomento genitore, alias allenatore, alias dirigente, perchè allora ci addentreremo in meandri che potrebbero generare dei punti di vista a dir poco mistici.
Allora chiedo a tutti quanti: vogliamo anche noi che questa involuzione dello sport colpisca e faccia implodere anche il pattinaggio artistico ?
Vi posso dire che è quello che stà accadendo, perchè molti miei amici allenatori e dirigenti mi hanno manifestato il loro personale disamoramento per quello che stanno facendo e che per molti anni hanno amato più di ogni altra cosa.
Allora chiediamo semplicemente ai genitori di aiutarci a riportare questo sport ai livelli massimi, ad aiutarlo a diventare uno sport olimpico che sia di esempio per tutti gli altri sport, esempio di lealtà, correttezza e valori.
Ma soprattutto di esempio per un valore che riteniamo fondamentale : IL RISPETTO.
Giovanni Cingolani